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Cenni Storici

Antonimina è un comune italiano di 1192 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.

La fondazione del paese risale all'inizio del 1800 e riveste una certa importanza per le sorgenti di acque clorurate, largamente utilizzate presso le omonime Terme a scopi curativi.

Landscape_Antonimina
Landscape_Antonimina

Nell’entroterra ionico, ai piedi della rigida rocca delle “prache”, coronato da querce e dal verde-argenteo degli ulivi sorge Antonimina, paese povero di storia ma ricco di pace e serenità. Situato a 327 metri sul livello del mare, è composto dal “Centro storico" e dalle frazioni di “Bagni Termali”, “Bunca”, “Caccciagrande”, “San Nicola”, "Solfurio”, “Tre Arie”, e “Troiolo”.

A destra del centro abitato si erge, come eterno custode, impetuoso e solitario, il monte San Pietro denominato “Tre Pizzi” per la curiosa forma a tre punte. Ai suoi piedi esisteva, come testimoniano alcuni ruderi, un convento di Frati Eremiti. In località "Saramico" si trovano giacimenti di lignite picea ed una cava di solfato di bario, sfruttati nel passato ed ora completamente abbandonati. Quanto alle origini di Antonimina, pare che il Paese sia stato fondato da un gruppo di pastori che, nel corso del XV secolo, vi si era stanziato per custodire meglio gli armenti. Ne discende, dunque, che il motivo principale che spinse i primi abitanti di Antonimina a stabilirsi qui fu quello della pastorizia. Il centro del paese conserva ancora oggi il nome “terrata” che in gergo locale significa ovile.

Si dice, anche, che sia stato uno di questi pastori e, precisamente, Antonio Mina, a dare il nome al luogo. Antonimina, comunque, andò sempre più popolandosi tanto che, dal censimento ordinato da Carlo III di Borbone, nel 1745, risultano essere presenti 800 abitanti. Il paese appartenne alla famiglia genovese dei Grimaldi fino al 1806 quando fu trasformata in “luogo” ed inclusa nel governo di Gerace. Con successivi provvedimenti è stata elevata a comune autonomo “universitas” e, nel 1811, è stata inserita nel circondario di Gerace, con una popolazione di 1010 abitanti. Per Antonimina, dopo la sua erezione a Comune, trascorsero anni difficili.

Il paese, infatti, fu colpito, con particolare violenza, dai terremoti del 1783, del 1908 e dall’alluvione del 1951 (che causò frane e danni incalcolabili e provocò la morte di quattro persone) cui seguì una forte emigrazione verso il Nord Italia, in particolare il Biellese.

Antonimina oggi, conta una popolazione di quasi 1100 abitanti, circa la metà di quella registrata nel periodo di massimo splendore per il Paese (anni ’20/’50).

Il Paese

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E’ un’impronta prettamente agricola quella che dà origine al piccolo centro di Antonimina intorno al XV secolo. Prime tracce di insediamenti umani furono infatti quelli di alcuni gruppi di pastori che scelsero questo luogo come posto ideale per condurre le loro attività. Ne è una chiara testimonianza anche il nome di “terrata” (ovile), ricordato ancora oggi, quale richiamo alla tradizione della pastorizia. E secondo le più diffuse leggende popolari, fu proprio un pastore, tale Antonio Mina, a dare il nome a questa comunità. Altre fonti indicano invece nella derivazione greca “antònomos”, (ovvero ricco di fiori) l’attuale nome. Nel corso dei secoli questo centro iniziò lentamente a svilupparsi a livello sociale arrivando a sfiorare i mille abitanti intorno alla metà del Settecento. Rimase sotto l’influenza genovese dei Grimaldi fino al 1806 per essere poi inglobato nel comprensorio di Gerace. Nemmeno Antonimina fu risparmiata dalla furia delle calamità naturali, in particolare, dei due violentissimi terremoti che colpirono questo territorio nel 1783 e 1908. Eventi catastrofici che contribuirono, insieme alle alluvioni degli anni ’50, al progressivo spopolamento del paese.

Ultima modifica: mercoledì, 14 febbraio 2024

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